Sono giorni che non riesco a pubblicare qui sul blog, ho una specie di blocco dello scrittore che mi tiene ferma. Ed è per questo che mi sono stupita tantissimo quando stamattina ho sentito l’esigenza di scrivere questo post. Che – vi assicuro – non era nemmeno programmato nel calendario editoriale; nasce come riflessione al discorso iniziato ieri mattina su Instagram.
Mentre rispondevo ai vostri commenti mi è venuta in mente la frase di una mia cara amica, a proposito del mio video di presentazione di Youtube ( se non lo avete ancora visto lo trovare qui).
Mentre chiacchieravamo di quel mio primo video, mi ha detto una frase che suonava tipo così : “viene un pò da sorridere quando dici di essere minimalista e poi sulle mensole si vedono un sacco di oggetti. Tutto sembri, meno che minimalista“.
Ed è vero.
Non sembro una persona minimalista. Ma cosa significa essere minimalista?
minimalista s. m. e f. e agg. [dall’ingl. minima-list]. – Ridotto all’essenziale, estremamente semplice e sobrio .
Vocabolario Treccani
Quindi, secondo la definizione del vocabolario Treccani, per essere minimalisti bisognerebbe possedere pochissime cose. Eppure no, ci sono altre scuole di pensiero ed altre definizioni.
“Il minimalismo è la ricerca consapevole di ciò che porta gioia nella nostra vita e l’eliminazione volontaria di tutto il resto”.
Tra tutte, questa è la definizione che più sento mia.
Sono stata per molto tempo un’accumulatrice. Per anni ho avuto un rapporto intenso con le cose, non riuscivo a liberarmene. Biglietti del treno, carte di cioccolatini, cartoline, lettere, fiori raccolti nei campi, conchiglie, sassi, i giocattoli di quando ero piccola, libri, vestiti, scarpe, piccoli regali, oggetti all’apparenza insignificanti, cose di ogni tipo insomma.
Credo di aver capito che avere “cose” era il mio modo :
- di trattenere i ricordi ( visto che ho una memoria pessima e l’ho sempre avuta );
- riempire un vuoto interiore.
Per la memoria non posso farci nulla, ancora oggi continuo ad averla come quella di un pesce rosso, ma sul vuoto interiore ci ho lavorato tanto insieme alla mia psicoterapeuta. Ed ho capito che non ho bisogno di tutte quelle cose per essere felice, anzi. Più mettevo ordine dentro me stessa e più mi sentivo soffocare dalle cose che mi circondavano. E così più di un anno fa ho iniziato a fare decluttering in modo intensivo.
Come vi ho raccontato in questo post ho iniziato col guardaroba e poi non ho più smesso. Per amor di cronaca vi anticipo già che il prossimo week end farò di nuovo decluttering nell’armadio perchè ci sono ancora troppe cose che non uso, e poi affronterò il mio mostro sacro : la scarpiera.
Se non lo sapete ve lo confesso adesso. Sono stata per un lungo arco della mia vita una collezionista di scarpe. Ne possiedo tantissime, alcune mai indossate. Ma a che serve averle per guardarle se poi nella vita di tutti i giorni scelgo sempre scarpe comode e quelle restano chiuse nel mobile? Un vero spreco. Ho deciso che è arrivato il momento di farmi coraggio e di mettere in vendita su Depop quelle che non uso. Perchè tutte quelle scarpe non mi rendono più felice.
In questo direi che la penso un pò come Marie Kondo, voglio tenere solo ciò che mi regala felicità. La mia idea di minimalismo infatti si sposa benissimo con questo concetto e non è legata ai numeri.
Non mi sentirete mai dire che per essere minimalisti bisogna vivere con soli 100 oggetti o che il guardaroba capsula deve essere composto necessariamente da 33 capi.
Essere minimalista per me significa imparare a fare a meno del superfluo, ma anche essere responsabile nelle scelte. Senza smettere di essere felice.
Continuo a togliere cose, in maniera costante. Lo faccio da spazi piccoli – a volte un cassetto, altre l’anta di un mobile – e questo controllare in modo ciclico ciò che ancora possiedo mi fa rendere conto se quegli oggetti mi sono ancora utili o meno, se averli mi rende felice oppure no. E se la risposta è no tolgo, senza rimpianti.
L’ultima volta che i miei genitori sono venuti a pranzo a Villa Vanessa, mia mamma è tornata a casa con una borsa piena di pentole e tegami che io non ho usato negli ultimi quattro anni. Impressionante. E per il prossimo pranzo so già che ci saranno altre pentole da salutare. Non è che io abbia smesso di cucinare, anzi – faccio meal prep tutte le domeniche – ma voglio tenere solo le cose che uso davvero, anche in cucina.
Sulle mensole della camera da letto e del salone ci sono gli oggetti che mi piacciono di più : le cornici con le foto dei miei nonni e dei miei genitori, le candele, i fiori ed i libri.
Io mi sento minimalista anche con quelle mensole.
Essere minimalisti è un processo, una filosofia di vita.
E’ iniziare a togliere ciò che sentiamo superfluo.
E’ imparare a stare bene con ciò che si ha, senza l’ansia da accumulo o la frenesia del dover comprare a tutti i costi.
E’ acquistare in modo consapevole ( Mi serve davvero? Posso acquistarlo di seconda mano? Esiste un’alternativa che impatta meno sull’ambiente?).
Ma è soprattutto essere felici ( o soddisfatti ) di ciò che si ha.
Non è che si diventa minimalisti dall’oggi al domani, buttando tutto ciò che si ha ( scelta poco etica e poco sostenibile ), senza aver lavorato prima sulle proprie abitudini e convinzioni. Per diventare minimalisti bisogna soprattutto imparare a lasciare andare.
Essere una persona minimalista significa vivere un processo in continua evoluzione, di scambio continuo tra ciò che siamo e ciò che possediamo.
Voi invece cosa ne pensate? Cosa significa per voi essere minimalisti?
Io la penso come te. Gli schemi validi per tutti non mi sono mai piaciuti, e non credo riuscirei mai a ridurre a soli 100 oggetti le cose che possiedo. Per esempio io adoro i libri cartacei e continuerò ad acquistarne anche se sotto altri aspetti riesco ad essere più vicina al minimalismo.
Hai ragione quando dici che minimalismo significa tenere solo ciò che ci rende felici. La penso così anche io. Cercare una regola valida per tutti sarebbe una forzatura.
Anche io preferisco i libri cartacei, sto valutando dopo tanto di rifare la tessera in biblioteca perchè una volta letti sono davvero pochi i libri che voglio tenere a casa.
Lo trovo fasullo questo post dettato dalla moda del momento. Si parla di minimalismo quando davvero si è capito cosa sia, io penso tu sia tutto il contrario una consumatrice dipendente.
Bellissimo questo articolo, ora comprendo molto meglio il concetto di minimalismo e lo sento affine a me, soprattutto nell’imparare a lasciare andare. Grazie 💖